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I 5 rimpianti più grandi delle persone in punto di morte
Ciao viaggiatori, oggi condividerò con voi un libro che ha profondamente influenzato la mia prospettiva sulla vita ed uno dei motivi per cui viaggio. Si intitola “Vorrei averlo fatto” e racconta i 5 rimpianti più significativi di coloro che si trovano alla fine del loro percorso terreno.
Il cuore del libro è affascinante: per evitare rimpianti, specialmente verso la fine della vita, dovremmo porre attenzione a chi ci è vicino. Ascoltare le testimonianze di chi ha attraversato l’intero arco della vita può rivelarsi un mezzo prezioso per prevenire eventuali pentimenti e comprendere ciò che è veramente importante.
In pratica, l’autrice del libro, Bronnie, lavorava con malati terminali, individui con pochi mesi o giorni di vita rimasti. Molte di queste persone, nei loro ultimi giorni, si confidavano con lei, rivelando rimpianti comuni. Questa esperienza l’ha spinta a condividere questi 5 rimpianti con il mondo, e oggi sono qui per raccontarveli.
Rimpianto #1 – Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei principi e non quella che gli altri si aspettavano da me
Tra i rimpianti più frequenti tra i malati terminali assistiti da Bronnie, emerge il non aver vissuto una vita autentica e il non aver preso decisioni in completa libertà.
Pensiamo al caso di Grace, che per gran parte della sua vita ha seguito le aspettative degli altri. Si è sposata giovane, ha cresciuto i figli e si è presa cura dei nipoti. Tuttavia, il suo matrimonio non le ha mai portato vera felicità, passando anni a sognare di vivere lontano da un marito spiacevole e autoritario che le aveva impedito di esplorare il mondo e apprezzare appieno la vita.
Purtroppo, Grace non ha mai avuto il coraggio di lasciare suo marito, temendo di sfidare un dogma sociale: l’idea che bisogna rimanere in un matrimonio a tutti i costi. Ora, giunta alla soglia degli ottant’anni e avvicinandosi alla fine, Grace si rende conto di aver sprecato il suo tempo a causa di una convenzione sociale sciocca.
Questa storia ci insegna di non agire in base alle aspettative altrui. I giovani possono ascoltare i consigli dei genitori, ma non dovrebbero scegliere studi o carriere solo per soddisfare le aspettative altrui. Se sentiamo la necessità di apportare cambiamenti nella nostra vita, dovremmo avere il coraggio di farlo, anche a costo di deludere le aspettative di qualcun altro.
Rimpianto #2 – Vorrei non aver lavorato così tanto
Leggendo il libro, ho notato che in quasi tutte le testimonianze emerge il rimpianto di non aver dedicato abbastanza tempo alle persone care. Consideriamo il caso di John, un ottantenne gravemente malato, che confida all’autrice di rammaricarsi per aver lavorato così intensamente.
John ha dedicato la sua vita al lavoro, sognando di fare un giro del mondo con sua moglie. Tuttavia, un progetto tira l’altro, e alla fine, rimanda la pensione per ben 15 anni. A due settimane dal tanto atteso pensionamento, sua moglie Margaret si ammala gravemente e muore appena tre mesi dopo la scoperta della malattia.
Come si fa ad affrontare un tale rimpianto?
Il lavoro è certamente importante, ma è essenziale ricordare che non è tutto. La vita professionale ha il suo valore, ma talvolta diamo un peso eccessivo al nostro lavoro.
Molte persone rimpiangono di non aver dedicato abbastanza tempo alle persone importanti della loro vita.
Un esempio è quello di Phil Knight, fondatore della Nike, che, pur avendo ottenuto notevole successo nella sua carriera, ammette nel suo libro “L’arte della vittoria” di rimpiangere di non aver trascorso più tempo con i suoi due figli. Questo rimpianto diventa ancor più doloroso quando uno dei figli muore in un incidente sportivo, portando Knight a riflettere sul tempo irrecuperabile che non ha trascorso con il figlio.
L’insegnamento che possiamo trarre è che nella vita quotidiana dobbiamo sforzarci di dedicare tempo alle persone a cui teniamo. Per farlo, è essenziale pianificare le nostre giornate e settimane, garantendo spazio per momenti di qualità con il nostro partner, i nostri genitori, i nostri figli, i nostri fratelli e sorelle e i nostri amici.
Rimpianto #3 – Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti
Il terzo rimpianto più diffuso è: “Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti”. Questa riflessione ci è presentata attraverso la storia di Jozsef, un uomo di 94 anni che, avvicinandosi alla fine della vita, si rende conto di non essere riuscito a instaurare legami profondi con le persone a cui tiene. Nonostante Jozsef abbia dedicato la sua vita al duro lavoro e non abbia mai fatto mancare nulla alla sua famiglia, il suo rimpianto consiste nel non aver sufficientemente manifestato i suoi sentimenti, tanto da percepire che nessuno lo conosce veramente a livello profondo. Se potesse tornare indietro, Jozsef trascorrerebbe più tempo con la moglie e i figli, esprimendo il suo amore in modo tangibile, trasmettendo qualcosa di più prezioso dei beni materiali.
Esistono molte situazioni in cui non esprimiamo apertamente i nostri sentimenti. Un esempio classico è rappresentato dai conflitti che possono emergere tra genitori e figli, portando a lontananza per anni. Solo, in seguito, ci si rende conto di aver sprecato inutilmente tempo prezioso. Questo tipo di rimpianto è comune anche quando, ad esempio, si perde uno dei genitori, anche in assenza di conflitti evidenti: in quel momento si può provare il rimpianto di non aver trascorso più tempo con la persona scomparsa.
MEMENTO MORI: “RICORDA CHE MORIRAI.”
Ogni volta che entri in conflitto con qualcuno, è importante ricordare questa frase. Ogni volta che non esprimi un “ti amo” o un “ti voglio bene” alle persone significative della tua vita, considera che potresti rimpiangere di non averlo fatto.
Rimpianto #4 – Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici
Il quarto rimpianto citato nel libro è: “Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici”. Potremmo pensare che questo rimpianto sia pertinente solo alla generazione dei nostri genitori e nonni, considerando l’era attuale dei social media, di WhatsApp e simili, che sembra semplificare la comunicazione con gli amici. Tuttavia, se approfondiamo, questi strumenti risultano sicuramente utili, ma non ci impediscono di allontanarci dalle persone care.
I social media, infatti, tendono a favorire relazioni superficiali: pur essendo aggiornati sulla vita dei nostri amici, spesso trascuriamo l’opportunità di dedicare tempo a contattarli, fare una telefonata o magari incontrarli di persona per condividere momenti significativi.
Dovremmo, quindi, impegnarci a trascorrere del tempo di qualità con i nostri amici veri, quelli speciali. Come in qualsiasi tipo di relazione, le amicizie richiedono cura e nutrimento costante.
Rimpianto #5 – Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice
Il quinto rimpianto menzionato è: “Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice”. Questo rimpianto è particolarmente interessante poiché sottolinea un concetto in cui credo fermamente: la felicità è una scelta. In un punto del libro, una paziente chiede all’autrice con un tono quasi infastidito: “Perché sei felice?”. La risposta dell’autrice è notevole e merita di essere riportata: “Perché la felicità è una scelta. Una scelta che cerco di fare ogni giorno. Alcuni giorni non posso, proprio come nel tuo caso. Come te, ho avuto una vita difficile, in modi diversi, ma pur sempre difficile. Ma invece di soffermarmi su quello che non va e su quanto sia dura, cerco di trovare le cose belle ogni giorno e apprezzare il momento che sto vivendo quanto più possibile. Abbiamo la libertà di scegliere su cosa concentrarci. Io provo di scegliere le cose positive (…)”.
Personalmente, ritengo che perseguire la felicità non sia una cosa semplice, ma molti non si pongono questo obiettivo così fondamentale. Alla fine, tutti gli sforzi che compiamo ogni giorno dovrebbero convergere verso un unico scopo: essere più felici. Se un’attività non contribuisce a questo obiettivo supremo, potrebbe non valere i nostri sforzi.
Tieni a mente che nulla è più importante della tua felicità.
E tu ti meriti di essere felice.
Come nota conclusiva, vorrei incoraggiarti a riflettere sulla tua vita e, in particolare, sui rimpianti che potresti avere in futuro. I cinque rimpianti citati possono fornire ispirazione, ma ciascuno di noi avrà rimpianti specifici e personali. Dovremmo sforzarci di visualizzarci anziani e cercare di capire se la vita che stiamo vivendo e le decisioni che prendiamo potrebbero generare rimpianti.
Perché adesso siamo ancora in tempo per evitare di averne quando sarà troppo tardi.
Ricorda.
Memento mori.